Ciò che piace nel profondo…
Pubblicato su Sciare, novembre 2021
Quello che piace a un allenatore, piace anche a un genitore. Che sia madre o padre, non fa differenza, perché ciò che del proprio atleta piace a chi lo allena è esattamente ciò che piace del proprio figlio a chi lo cresce. Si tratta, detto in modo banale, della passione di fare o, detto in modo meno banale, della volontà di potenza. Che non è la barbara brama di vincere sugli sci o di dominare nella vita, ma l’umana passione di vivere con tenacia e determinazione e allegria la propria esistenza. Scii, spingi. Se lo fai, il tuo allenatore è felice; studi o fai altro nella vita, credici. Se lo fai, i tuoi genitori godono.
Ripeto, non si tratta di impegnarsi per vincere o per affermarsi nella società, ma di farlo perché questo è l’uomo. Lo spiega bene Nietzsche, che ha individuato proprio nella volontà di potenza l’essenza di ogni “ente”, cioè di ogni essere vivente, uomo compreso.
Quindi impegnarsi nello studio o nel lavoro o nello sci non è altro che esprimere ciò che nel profondo si è. La dimostrazione di voler essere vivi. Non importano, dicevo, i risultati, che vengono per altre ragioni. Importa stare sugli sci o sui libri o sul mercato per voler essere sciatori o per voler essere studenti o per voler essere lavoratori. Credo che la ragione per cui tanti genitori amino vedere i propri figli fare sport stia proprio nel piacere di vedere esprimere la volontà di potenza che essi sono. E quando un ragazzo trova nel suo allenatore colui che riesce a fargli esprimere ciò, quell’allenatore diventa un maestro di vita del ragazzo e per i suoi genitori un mito, al quale essere sempre riconoscenti.
Lo sci è un modo straordinario per far scoprire a un giovane la sua volontà di potenza senza che questa sia confusa per l’aspirazione al primato che ben altra cosa. Perché lo sci è sport d’umiltà, anche i più grandi campioni hanno nel loro curriculum più gare che vittorie; perché lo sci è sport duro, lo si pratica nel contesto severo dell’alta montagna invernale; perché lo sci è difficile, la curva perfetta non l’ha ancora fatta nessuno.
Per tutte queste ragioni, sciare ad alti livelli fa davvero bene ai nostri giovani. Credendo di sciare per vincere, sciano per diventare grandi.
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