Il Vaccino bianco
Pubblicato su SCIARE 15 novembre 2020
Quando le regole non funzionano, allora bisogna pensare ai nudge. Che, tradotti, sono gli sproni, i pungoli, gli stimoli mentali che riescono a orientare le nostre scelte e le nostre azioni in modo istintivo. Perché ognuno di noi compie al giorno circa 35.000 decisioni, poche ponderate e razionali, moltissime istintive e involontarie, come si legge in “Nudge revolution” di Laura Mondino, Dario Flaccovio editore. Conoscere come funziona la teoria dei pungoli può servire per trovare soluzioni ove la semplice regola non basti più. Eccone un celebre caso. Aeroporto internazionale di Amsterdam, bagni. Già a metà giornata i pavimenti dei bagni presentavano evidenti tracce di urina. Quindi odore, sporco, degrado, voltastomaco. E lamentele. Cartelli più o meno grandi, in più o meno tutte le lingue del mondo che invitavano a centrare la tazza, non avevano sortito alcun effetto. Viaggiatori provenienti da ogni parte del Pianeta, ovvero di ogni educazione civica possibile, continuavano a far precipitare la loro pipì fuori dal vaso. La direzione dell’aeroporto, non sapendo più cosa fare, affidò a uno studioso di nudge la risoluzione del caso. Il prof. Thaler s’inventò di mettere un adesivo che riproduceva l’immagine di una mosca al centro dell’orinatoio. Risultato: l’istinto atavico di mandar via la mosca dal naso, fece sì che, mirando la mosca, nemmeno una goccia uscisse più dal vaso, a beneficio dell’igiene, dei costi di pulizia e del gradimento dei servizi aeroportuali. Una soluzione semplice, imperniata su qualcosa che già appartiene al repertorio dei nostri istinti, quale appunto il cacciar via la mosca dal naso, si è rivelata la soluzione giusta. Geniale, come la soluzione di risolvere la dimenticanza del bancomat allo sportello bancario, che stava diventando un problema per gli istituti di credito, sempre più presi a rifare codici segreti e carte bancomat. Anche in questo caso si ricorse ai nudge. Poiché, evidentemente, si va allo sportello per prelevare i soldi e poiché l’attenzione al nostro portafoglio è cosa istintiva, si è capito che prima doveva uscire il bancomat e poi il denaro, affinché nessuno, presi i soldi, ovvero soddisfatta l’esigenza di essersi rivolti allo sportello, se ne andasse dimenticando la carta del bancomat. Il risultato fu strepitoso: il 95% degli utenti non ha più dimenticato il bancomat.
È applicabile la teorica dei nudge allo sci? Assolutamente sì, infatti la si applica da anni: tutti gli esercizi che i Maestri fanno fare ai loro allievi non sono altro che nudge, cioè stimoli, spesso geniali, che, rappresentando un’alternativa alla regola tecnica, hanno l’effetto di far imparare e applicare la tecnica, bypassando la regola. Ma allora, ci viene da dire, se usassimo i nudge anche per gestire il Covid nell’imminente stagione sciistica? Beh, il governo britannico ricorse ai nudge per risolvere il non semplice problema dei ritardi nel pagare le tasse da parte di tanti contribuenti. Inviò a tutti i contribuenti negligenti una lettera in cui si diceva che la maggior parte degli inglesi pagava le tasse nei tempi regolari e che solo una minima parte, ma proprio minima, non si comportava così. Non era affatto vero, ma il così fan tutti e il voler sentirsi parte dei molti cittadini virtuosi e non di quei pochi negligenti, portò a un forte incremento di chi pagava le tasse nei tempi dovuti.
Se allora dicessimo, scrivessimo e ripetessimo fino al più profondo convincimento del mondo non sciistico e autoconvincimento del mondo sciistico che nessuno sport è disciplinato nel rispetto delle misure anti contagio come lo è lo sci, beh, avremmo fatto bingo, perché davvero tutti gli sciatori farebbero a gara per essere i migliori a osservare le norme anticovid; beh, avremmo inventato il vaccino, quello bianco quantomeno.
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