Grazie Francesco, ciao Presidentissimo
Pubblicato su Sciare, marzo 2020Era un grande, Francesco Zecchin, un grande appassionato di sci, un grande amico, un grande uomo. Di quelli che sanno seminare e far crescere i valori in cui credono e sono capaci di arricchire di affetto, amicizia, passione sportiva la vita delle persone che incontrano. Con lo Sci Club Chiampo, di cui è stato presidente fino all’ultimo giorno della sua vita, il presidentissimo anzi, ha insegnato a sciare a un intero paese. Sciare, che per lui non era solo il saper scendere dalle piste, ma era il piacere di stare una giornata all’aria aperta in montagna tutti assieme; era fare una spaghettata in sede per scegliere le fotografie da mettere sul calendario e, tra queste, premiare le tre più belle; era inaugurare, a ottobre, la stagione sciistica, invitando nel teatro del paese in grandi personaggi dello sci. Francesco ha avuto ospiti i più grandi campioni azzurri, da Gustav Thoni a Erwin Stricker, con cui rimase tutta la notte tra un buon bicchiere e l’altro a parlare di sci, ad Alberto Tomba, al grande Bruno Alberti, con cui aveva un feeling speciale. Ai campioni azzurri della sua terra, Tescari e l’amico Giulietto Corradi, sempre presente come ospite d’onore alle serate del club. Ma Francesco ha voluto sul suo palco anche chi scritto di sci, Giorgio Daidola, Marco di Marco, che da lui hanno presentato i loro libri.
Aveva fondato lo sci club per necessità. I ragazzi del paese, tra i quali c’erano anche i suoi 4 figli, sciavano con uno sci club di Arzignano, che un certo giorno cessò le attività. Francesco decise che era arrivato il momento di farne uno suo, di sci club. Sono convinto che l’idea gli girasse per la testa da un bel po’. Così, chiuso quello sci club, non ci pensa due volte e apre lo Sci Club Chiampo, mettendoci tutto se stesso. Era di una stoffa speciale, Francesco. Al tempo faceva il benzinaio. Quando i clienti venivano a fare benzina e chiedevano 10 mila lire di super, lui ne faceva per 9 mila lire, tenendosi mille lire per il club. Glielo diceva, ovviamente. E tutti a Chiampo lo sapevano che pagavano 10 per avere 9, ma anziché perdere clienti, Francesco ne aveva sempre di più. Perché quelle mille lire le faceva diventare un’indimenticabile giornata con gli sci ai piedi e felicità e gioia di stare assieme.
Nel 2004 e nel 2014 il suo sci club fu premiato dalla Fisi per essere stato lo sci club italiano con il più alto numero d’iscritti affiliati alla Federazione. Le mille lire erano diventate dieci euro, la storia era cambiata, non però la sua visione del mondo. Francesco conosceva il grande sforzo economico della Fisi per lo sci italiano. Era lo stesso sforzo che faceva lui per il club, che facevano le famiglie per far sciare i propri figli. Tanto che, molti anni prima, s’era inventato uno skilift. Artigianale. Una corda d’acciaio, una puleggia a monte, un motore di Vespa a valle e una specie di ganascia di ferro per gancio. Lo mise a Campodalbero, sopra il paese. Lo accendeva alla mattina della domenica e chi voleva poteva sciare senza pagare una lira.
Tutti i presidenti sanno che a volte il ruolo comporta anche qualche arrabbiatura. C’è sempre qualcuno che manca di rispetto, che parla a sproposito, che offende. Francesco s’arrabbiava ma poi sapeva perdonare. Aveva un modo speciale per riappacificarsi. Scendeva nella sua cantina e prendeva la bottiglia migliore e con quella in mano cercava la persona che gli aveva mancato di rispetto per berla assieme. Era fatto così.
Francesco era il più giovane di quei presidenti di club che hanno fatto grande lo sci dell’alto vicentino: Oscar Garbin a Recoaro, Antonio Ramanzin a Valdagno. Persone che hanno amato lo sci, persone che hanno saputo farlo amare a tanti di noi. Grazie Francesco. Ciao Presidentissimo.
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