Sentirsi “città”

Pubblicato su “Sei di Valdagno se”, maggio 2019

Uno dei primi decreti firmati da Giovanni Gronchi, neoeletto Presidente della Repubblica, fu di conferire a Valdagno il titolo onorifico di “città”. Il 31 agosto del 1955 Valdagno acquisiva la denominazione di “città” della Valle dell’Agno, mentre tutti gli altri comuni della vallata rimanevano “paesi”.
Nel 1955 Valdagno era un centro importante. Vi era la più grande fabbrica al mondo di filati; vi si teneva il premio di cultura tra i più prestigiosi d’Europa; vi era la nuova “città dell’Armonia”, sorta lungo la riva sinistra dell’Agno. Vi era un grande e moderno ed efficiente ospedale; e poi vi erano un orfanatrofio e una casa di riposo; due cinematografi e un teatro (il più grande del Veneto con 1860 poltrone), due piscine (una coperta riscaldata e una scoperta olimpionica) e poi uno stadio e palestre, asili, scuole e licei; una scuola di musica e una di arte; un grande albergo di lusso, strade ampie e ben tenute. La Valdagno del 1955 era il frutto di un passato di fervore e di prosperità, che l’aveva trasformata da “paesotto” di provincia in un centro florido e vitale, indubbiamente degno del titolo di “città”!
Oggi, sebbene i tempi non siano più favorevoli alla crescita come lo erano in passato, tutti noi siamo chiamati a mantenere vivo quello status di “città” che ha Valdagno. E se è difficile farlo con le grandi opere, perché i soldi non ci sono più, possiamo comunque provarci attraverso idee, progetti, iniziative culturali, sportive, sociali, d’impresa; inventando proposte senza timore di sbagliare, promuovendo il territorio e le sue tradizioni, curando gli spazi privati e avendo rispetto di quelli pubblici, continuando, sopratutto, a sentirci “città”.

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