Le giornate dello sport a scuola

Pubblicato su Sportivissimo, ottobre 2016

Come sciatori, abbiamo spesso criticato il nostro ordinamento scolastico che non ha mai considerato lo sport una materia fondamentale per la formazione dei giovani. Perché è pratica e non sapere; qualcosa da fare e non qualcosa che fa pensare; perché è corpo e non mente, la scuola ha sempre tenuto in poco conto lo sport. Nemmeno il fatto che sia nato in quella stessa Civiltà Classica che ha dato al mondo la poesia, la filosofia e le scienze, ha mai persuaso alcuno che lo sport fosse portatore di quegli stessi valori fondativi del carattere della persona che sono insiti nelle discipline intellettuali. Lo sport è sempre stato visto come il fratello scemo della poesia, della filosofia, della matematica. Ricordo un’intervista su Tutto Libri a Umberto Eco negli anni del grande successo, anche tra i giovani, de “Il nome della Rosa”, in cui con orgoglio diceva di non praticare nessuno sport. Di non amare lo sport. E allora ecco il punto: l’Europa moderna non è per nulla figlia della Grecia antica, come ci si vanta. Nell’evidenza dei fatti, la Grecia d’oggi è post ottomana e noi, francesi e tedeschi compresi, siamo post medioevali.
Oggi, però, come sciatori, dobbiamo riconoscere che “le Giornate dello sport” a scuola, promosse, in pieno inverno, dalla Regione Piemonte e dalla Regione Veneto, sono indubbiamente qualcosa di nuovo e positivo. Nel testo guida proposto dalla Regione Veneto si legge che lo sport è “salute”, “educazione”, “valori”, “inclusione”, “eccellenza”, conoscenza del “territorio”, “cultura”. Parole sante, parole olimpiche, cui potremmo aggiungere: lo sport è “ricerca”, “studio”, “lavoro”, “economia”. Così, per tre giorni, dal 2 al 4 marzo 2017, tutti gli studenti del Veneto e del Piemonte sono invitati dalla Direzione Regionale all’Istruzione a seguire lezioni di sport ispirate a questi nobilissimi temi. Se fatte bene, saranno giornate che lasceranno un segno nei giovani. Per la prima volta sentiranno i loro insegnanti promuovere la pratica sportiva come essenziale alla loro crescita e formazione al pari della poesia, dell’arte, della filosofia e delle scienze. La scuola del Veneto e del Piemonte sta scoprendo i valori educativi dello sport: questo è il senso profondo dell’iniziativa promossa dalle rispettive Regioni. Evviva, è un primo passo fuori dal medioevo!
Alcuni, tuttavia, hanno già evidenziato delle criticità. Dirigenti e docenti da un lato, operatori sportivi dall’altro hanno, e giustamente, rilevato che è impossibile dare a tutti la possibilità di fare sport negli stessi giorni. Il numero degli studenti è troppo alto rispetto alla capienza delle strutture sportive a disposizione. Piscine, campi da basket o pallavolo, campi di atletica non possono accogliere tutti gli studenti di un’intera regione in quella manciata di ore proposte. Perfino sport come lo sci alpino, il fondo e lo snowboard, che si praticano all’aria aperta, sono in difficoltà. Non ci sono maestri a disposizione per tutti; né pullman per portare gli studenti in pista.
Questo però non toglie che l’idea de “Le giornate dello sport” sia ottima. Essa potenzia il progetto “più sport@scuola” e, in qualche modo, sostiene il progetto del Collegio dei Maestri di sci del Veneto, “insegniamo lo sci ai figli della montagna”, finalizzato, attraverso la passione sportiva, a legare i giovani al territorio affinché un domani ne possano essere risorsa e futuro. È importante quindi che le difficoltà emerse nell’organizzazione di queste giornate non siano il pretesto per lasciare ancora una volta lo sport e i suoi valori fuori dalla scuola. Anche perché è noto a tutti che gli Istituti possono, nei diritti sanciti dalla loro autonomia, accogliere la proposta de “le giornate dello sport” realizzandole nel periodo a loro più favorevole.
Se vogliamo uscire dal medioevo, il Veneto e il Piemonte non stecchino la prima, ma, anzi, facciano da esempio, affinché, il prossimo anno, anche le altre Regioni italiane possano portare i loro studenti tre giorni sulla neve a sciare.

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