Paletti da rispettare
Sciare, febbraio 2015Cantavamo “How many turns must a man do, before you call him a skier?” con i ragazzini dello sci club durante queste vacanze di Natale. Bob Dylan piace anche a loro soprattutto quando lo si storpia: “quante curve deve fare un uomo prima che lo si possa chiamare sciatore?” Fa un certo effetto sentire la più amletica delle canzoni pop riferita alla propria passione. Essere o non essere sciatore, quante curve, quante pieghe, quante discese… bisogna aver fatto prima di poter essere chiamati sciatori? A sentire i ragazzini dello sci club, bisogna fare le gare per essere dei veri sciatori. Chi non sa trovare se stesso tra i pali rossi e blu, è solo un domenicale che scende, non è uno sciatore. Per loro i pali sono come le rime per i poeti, non sono dei vincoli tra cui sentirsi imprigionati ma dei punti di rispetto che esaltano la loro ricerca di espressione. Tra i pali i ragazzini sono più liberi di quando sciano in campo libero. Come i poeti che lo sono tra le rime e non quando devono scrivere una lettera a un giornale. Come i matematici che lo sono nel rigore logico dei teoremi e non con la lista della spesa del supermercato. Oggi, dopo i fatti accaduti a Parigi nella redazione del giornale satirico Charlie Hedbo, stiamo tutti riflettendo se la satira non debba avere alcun limite. Se sia giusto che la libertà di parola possa essere anche libertà di bestemmia. Il mondo si è diviso tra chi ha scritto che la satira è satira, ovvero libertà assoluta e chi ha detto (New York Times per esempio) che in America, terra di libertà per eccellenza, la satira può dire tutto ma non può offendere i sentimenti religiosi. Di là dagli inaccettabili fatti accaduti, è nata una riflessione sulla libertà di parola. Si può essere liberi di dire quello che si vuole, magari su temi sacri, avendo dei punti di rispetto come lo sono i paletti dello slalom per lo sciatore? Ovvero è possibile essere liberi di negare la divinità, senza offendere chi vi crede? Tutta la storia della filosofia occidentale vanta decine e decine di pensatori che hanno tentato di dimostrare che Dio non esiste e malgrado ciò noi li studiamo a scuola con la più alta considerazione perché siano parte del nostro sapere, della nostra cultura. Abbiamo esempi quindi, dallo sci alla filosofia, che ci dicono che la libertà per essere pensiero e non offesa, ha dei paletti da rispettare… perché, “the answer, my friend” – cantavamo storpiando Bob Dylan – “you write in to the gates”, perché “la risposta, amico, tu la scrivi tra i paletti”.
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