Un calcio al calcio

Pubblicato su Sportivissimo, giugno 2012

Due cose, lasciatemi esagerare, ha detto il nostro premier Monti, per cui sono stato felice di aver pagato l’Imu – l’ho detto, sto esagerando. La prima, dopo l’ennesimo scandalo scommesse nel calcio italico, è stata di proporre la sospensione del campionato di serie A e B per i prossimi 3 o 4 anni; la seconda, ve la dico dopo, tanto è entusiasmante la prima: farsi 3 o 4 anni con la tv che trasmette il calcio delle serie inferiori, i meeting di atletica e di ginnastica, le gare di sci e i concorsi ippici in prima serata facendo riscoprire tutti quegli sport che ormai, scomparsi dal video, stavano scomparendo anche dai cuori dei nostri giovani, è di per sé una proposta allettante, anche se, nel nostro ragionamento, va letta soprattutto come una proposta di speranza. Fermare questo calcio qui, corrotto, malavitoso, profondamente immorale nel suo giro mastodontico di denaro facile, sarebbe un atto di altissimo valore simbolico per quel risanamento morale dell’Italia intera, che è l’unica via per il nostro risanamento economico. Perché il calcio è il nostro sport nazionale, figlio e specchio dei nostri peggiori costumi nazionali. Fermarlo è dire basta a trent’anni di calcio scommesse ma è anche iniziare a dire basta a trent’anni di politica corrotta, di furbi e ladri al potere, d’infiniti e colossali sperperi pubblici. Qualcuno dirà, ma come? Proprio adesso che gli Azzurri hanno fatto una così bella figura ai campionati Europei impartendo una superba lezione di calcio a quegli spocchiosi dei tedeschi? Sì, a maggior ragione adesso sarebbe opportuno fermarlo, perché in quella vittoria lì c’è un altro nostro atavico difetto nazionale, che va rimosso: cominciare a fare bene a tempo quasi scaduto. Abbiamo battuto, con merito, i primi della classe, dopo aver rischiato, per demerito, l’eliminazione al primo turno. Così capitò anche ai Mondiali del ’82, quando pareggiammo con il modesto Camerum e poi battemmo le fortissime Argentina, Brasile e Germania. La storia è sempre la stessa: cominciamo a giocare bene solo quando ci sentiamo spacciati. La nostra forza è la forza della disperazione, ma chi vince così non è mai credibile. Già al prossimo incontro, venuta meno la motivazione della lotta per la sopravvivenza, ce le faremo suonare dalla prima squadraccia che capita. Fermare il calcio italiano vorrebbe dire basta con le truffe, con le partite comprate ma fermarlo all’indomani della bella prestazione agli Europei significherebbe aggiungere un significato in più: porre fine alla mentalità balorda d’impegnarsi solo quando si è sull’orlo dell’abisso. Fermare questo calcio qui potrebbe essere un modo convincente per esprimere un segnale di speranza affinché anche la politica all’italiana, fatta di corruzione quanto di rimendi disperati all’ultima spiaggia, che non ci rendono affatto un Paese dall’economia credibile, possa un giorno finire.
E qui siamo alla seconda grande frase che ha detto Monti, di cui gli sono, senza esagerazione questa volta, grato. Parlando con il presidente degli Stati Uniti Obama, Monti ha cercato di fargli capire che, se per gli anglosassoni l’economia è una disciplina che si nutre di astratti modelli matematici che spesso comportano una spietata logica speculativa fine a se stessa, per i tedeschi l’economia è ancora una disciplina subordinata alla filosofia morale, ovvero alla legge suprema del bene, secondo la quale i soldi arrivano perché e dove si produce bene. Maggiore è la qualità, maggiore è il risultato economico, o se non maggiore, sicuramente, è più duraturo e stabile. Kant più che Machiavelli, ovvero il ben fatto sul furbescamente fatto. E qui si chiude il cerchio, perché questa è anche la legge dello sport: è forte e credibile chi gioca bene sempre e non solo nelle partite decisive.

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One Comment on “Un calcio al calcio”

  1. 1 federico ruaro said at 4:36 pm on July 17th, 2012:

    ciao Luigi, sono Federico, il figlio di Lucia Danzo. Ho letto questo tuo articolo e mi è piaciuto molto, vorrei condividerlo e farlo leggere a un po’ di amici….
    Come posso condividerlo? magari su facebook? Grazie ancora per le belle parole. ciao
    federico


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